Il fascino del vintage – Dynaco 120 + PAT4

wp_20180507_15_40_12_proE’ davvero difficile resistere a certi oggetti che ricordano il passato. Di certo l’estetica gioca un suo ruolo ma è anche il riconoscere che certi oggetti tanti anni fa rappresentavano un punto di arrivo, delle eccellenze tecnologiche, delle eccellenze di costruzione, insomma il bel suono che ha fatto nascere in tanta gente, ormai di una certa età, la passione per l’alta fedeltà, una passione di una vita intera.

Quando ci è stata offerta questa coppia Dynaco di fine anni 60, ci siamo subito detti, “bene… questi sono nostri e faranno parte della nostra collezione vintage”.

Li abbiamo ascoltati e ce ne siamo innamorati. A distanza di quasi 50 anni dalla loro uscita sembrano nuovi. Anche le ridotte dimensioni che facilitano l’installazione fanno subito pensare a come agevolmente potrebbero essere collocati in un secondo, terzo o quarto impianto.

Si tratta del finale a stato solido Dynaco Stereo 120, che, come viene riportato nelle istruzioni, è stato costruito nell’azienda di Philadelfia negli USA. E’ un amplificatore che vanta una semplicità circuitale estrema, 60 morbidi watt datati 1967.

Calore ed immediatezza, un suono che può accompagnare per giornate intere senza la minima fatica d’ascolto. E’ questa la sua bellezza ed il suo fascino.

wp_20180507_15_39_46_proChe sia un apparecchio audiophile lo confermano anche le istruzioni che danno precise indicazioni di come individuare ad orecchio la fase di alimentazione corretta semplicemente invertendo la polarità della spina.

E’ particolare il comando di accensione trasparente che si trova sul lato sinistro dell’apparecchio che si illumina di luce bianca. Sul lato destro, opposto, gli ingressi linea rca e le uscite per gli altoparlanti che possono comodamente accogliere delle comuni banane. Per questa soluzione gli americani erano già avanti.

Sul frontale, nulla, solo la bella scritta Dynaco.

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wp_20180507_15_40_29_proIl PAS4 è il suo compagno ideale. Un preamplificatore sempre a transistor che ha diverse opportunità.

In primo luogo ben tre ingressi phono di cui uno per testine in ceramica. Poi un ingresso a basso ed alto livello. Altra particolarità è l’ingresso Tape Head riconosciuta di qualità migliore rispetto al classico ingresso Tape (comunque presente) che è dipendente da un ulteriore circuito loop.

Due uscite output ed una uscita tape (a quell’epoca l’uso dei registratori era molto comune).

Sempre sul retro si notano due prese di corrente non soggette ad interruttore e due invece soggette, così da poter accendere anche il finale ed un altro apparecchio all’accensione del pre.

wp_20180507_15_39_56_proSe mai ce ne fosse bisogno c’è la possibilità di azionare il dimenticato loudness ed un high filter a 3 posizioni. L’ingresso special può essere dedicato ad un microfono oppure ad un ulteriore phono. Sulle istruzioni è indicato come fare.

Interruttori stereo mono per i due canali ed uscita cuffia che pare essere di ottima qualità.

Comandi bass e treble separati per canale.

Belli vero? Da custodire gelosamente.

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